IN ALTRE PAROLE, IL NEUROLIGHTING.
RISPONDE AD ALCUNE DOMANDE COME: QUALI SONO LE RISPOSTE COGNITIVE ED EMOTIVE SPECIFICHE DA PARTE DI UNA PERSONA POSTA IN UN AMBIENTE LUMINOSO? COME REAGISCE ALLA LUCE? QUAL È IL CAMBIAMENTO PSICOFISIOLOGICO DA PARTE DELLA PERSONA NEI CONFRONTI DELLA LUCE?
QUALI SONO LE POSSIBILITÀ SINESTETICHE DELLA PERCEZIONE UMANA?
Sappiamo che il corpo umano è estremamente sensibile alla luce, poiché questa controlla le fasi di veglia e di sonno del nostro organismo. Il nostro corpo “legge” la luminosità circostante e reagisce di conseguenza, in modo del tutto automatico, per poter calibrare correttamente il nostro bioritmo da una fase all’altra della giornata.
A livello inconscio, l’esposizione a una fonte illuminante stimola stati emotivi o determinati comportamenti nell’uomo diversi da individuo a individuo: eccitazione, movimento, sentimenti, comunicazione, guarigione e benessere. Oppure senso di armonia e sintonia con l’ambiente circostante, si pensi al “calore” che può generare la luce in casa, alla dinamicità di una vetrina, all’esaltazione degli spazi in un museo, alla sacralità di una chiesa.
PER QUESTO MOTIVO E DA SEMPRE LA LUCE È RITENUTA UN POTENTISSIMO STRUMENTO DI REGOLAZIONE DELL’UMORE CAPACE DI STIMOLARE I MECCANISMI DI REAZIONE NEURO-PERCETTIVI E DI INFLUENZARE L’ADATTAMENTO AMBIENTALE DA PARTE DELLE PERSONE.
Nell’epoca dell’illuminazione aggressiva, degli stimoli pubblicitari che travolgono le persone, diventa quindi strategica la disposizione e la modulazione dell’illuminazione da parte dei progettisti.
Troppo spesso, però, questi professionisti non sono pienamente consapevoli della forza espressiva della luce e riservano maggior attenzione alla funzionalità e all’estetica dei loro progetti illuminotecnici.
SECONDO IL NEUROLIGHTING, LA LUCE ALTRO NON È CHE UNA “MAPPA COGNITIVA” AMBIENTALE E UN DRIVER PSICOFISICO DELLA PERCEZIONE UMANA CAPACE DI GUIDARE LA DIREZIONE DELL’OCCHIO E DI ATTRIBUIRE SIGNIFICATI ALL’INTERNO DI UNO SPECIFICO CONTESTO SPAZIO-TEMPORALE.
Colpisce direttamente la nostra retina e attraverso il nervo ottico “parla” al cervello, che interpreta gli stimoli in modi, spesso, sorprendenti. Basta variare l’intensità, la saturazione e la modulazione dell’illuminazione per attivare diverse capacità cognitive nel percettore: dinamismo, rilassamento, privacy, chiarezza visiva, eccitazione, produttività, efficienza, ma anche stress, sonnolenza, tristezza, agitazione, irrequietezza, ansia a seconda dell’intensità della sorgente: luminosa/ fioca, uniforme/non uniforme, centrale/ perimetrale, calda/fredda. A queste variabili si associano anche le possibilità sinestetiche della percezione umana: se – oltre all’impatto generato da una fonte di luce – aggiungiamo anche un suono, ad esempio un brano musicale oppure un colore, le risposte cognitive dell’individuo aumentano e si trasformano. Ad esempio, la luce colorata può evocare una sensazione tattile nel percettore sotto forma di temperatura percepita, provocando la sensazione del “sentire” la luce.